Amo la grammatica e il nuovo libro di Massimo Roscia
“Ha tutti i miei lettori”.
L’errore di ortografia nella dedica è già una dichiarazione pro-grammatica dell’autore: uno strafalcione è per sempre. Prendiamone atto e ridiamoci su, ma correndo seriamente ai ripari. Amo la lingua italiana come me stessa e quindi ho amato molto il nuovo libro di Massimo Roscia: Di grammatica non si muore (Sperling & Kupfer), un manuale intelligente che si legge come un romanzo divertente.
Ha solleticato la mia indole precisina, quell’io profondo che gongola quando legge parole scritte correttamente: da ventitré e perché con l’accento giusto sull’ultima e, a certi composti tosti che al plurale fanno le bizze: mezzaluna diventa mezzelune, ma purosangue resta purosangue. Questo testo mi ha anche consolato.
Non per essere choosy (si pronuncia ciusi, «chiudendo la bocca a culo di gallina», si raccomanda l’autore a pag. 183), ma a quanto pare non sono l’unica che vorrebbe firmare una petizione per il recupero creativo del pronome dimostrativo codesto, a seconda del contesto. E non sono la sola a detestare con tutto il cuore i termini in anglo-neo-politichese. Tra endorsement, impeachment, devolution, spending review, c’è da impazzire. Nel caso di Massimo Roscia, anche dalle risate. Perché lo scrittore non bacchetta chi sbaglia. Lo incoraggia a non “peccare” più. Raccoglie le confessioni di tutti e, con ironia, insegna a rimediare. Chi dice bàule o rùbriche quindi è avvisato. E mezzo salvato: lo scrittore, molto attivo sui social, con tutti i vezzi linguistici del caso, giura che lo “lovva” comunque e gli manda tanty, tanti baci.
Per baciare Massimo Roscia dal vivo, invece, basta venire alla presentazione milanese del libro. Vi aspettiamo il 22 novembre alle 18.30 alla Libreria Rizzoli in Galleria.